Tabacchine - Primavera 1952 (1047 di Luigi De Donno)

                                                                                   

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il sito di via G. Tell, oggi

A Casarano operavano cinque magazzini di tabacco: via G. Tell, via F.lli Bandiera, corte Corsica, via Ruffano e via Canova, gestiti dai monaci Cistercensi di Martano.

(si cercano ulteriori notizie)

Il lavoro era eseguito dalle operaie chiamate appunto Tabacchine.

La stagione iniziava a fine  novembre quando nel magazzino era già confluito il tabacco secco (Xanthi Yakà e Erzegovina) sistemato in casse di legno. Si pesavano le casse e si cominciava la sfilardatura, la cernita e la separazione delle “filze”, cioè delle corde di tabacco secco, che venivano svuotate. Le foglie di tabacco venivano quindi separate su tavoli diversi secondo un criterio basato sul colore e sulla qualità: il chiaro, lo scuro, e poi le “rumasuje”. Per ogni tavolo le operaie formavano dei mazzetti di foglie che venivano sistemati sotto una specie di pressa. Altre operaie erano addette alla formazione delle “ballette” di vario peso, che venivano sistemate momentaneamente in locali diversi a seconda della qualità del tabacco. Poi si portavano “alla stufa”, cioè in una stanza dove c’era una stufa a legna e in cui veniva fatto maturare il tabacco con il calore artificiale. La temperatura era controllata dalle operaie che entravano nella stanza quasi svestite e infilavano una mano nelle ballette. Se la temperatura era troppo alta si aprivano le finestre per far arieggiare la stanza. Quando erano pronte si mettevano in un’altra stanza una sopra l’altra, controllate a campione dalla “mescia tu tabaccu” per vedere se c’erano delle imperfezioni. Se tutto era a posto si sigillava il locale dove era stata sistemata  una bottiglia di zolfo liquido per uccidere eventuali parassiti. Dopo qualche giorno si tiravano fuori le ballette e si mettevano nel deposito sempre sotto la supervisione della “mescia”. Poi alcuni esperti controllavano a caso le ballette, che venivano aperte, ed annusavano il tabacco. Prendevano delle foglie mescolando colori e qualità diverse, le sbriciolavano e formavano delle sigarette (spagnolette) con l’apposita macchinetta. Le fumavano per valutare il gusto, il sapore, in base ai quali si stabiliva la qualità e il prezzo di vendita. Infine il tabacco venduto veniva trasportato prevalentemente alla manifattura tabacchi di Tricase.