Appunti storici sulla chiesa della Campana

 

 


 

APPUNTI PER LA STORIA DELLA CHIESA DELLA COLLINA DELLA MADONNA DELLA CAMPANA

a cura di Salvatore Pino

 

Un cavamonte, una fossa, una campana che non c'è. Nasce così la leggenda di questo monolito di mille e forse più anni fa. E più il cavamonte scava la fossa, più nitida si sente la campana. Finché ... finché nella fossa, una pietra fra le pietre fa sussultare il cavamonte : alta 80 cm, larga 60, levigata e affrescata, la pietra presenta l'immagine della Vergine con il Suo Bambino. E' un'icone di pretto stampo orientale.

Subito estratta all'accorrere dei fedeli chiamati dal cavamonte, viene sistemata in alto, qui, nella fitta boscaglia, sul crinale della Serra di Casarano, in un'edicola di fronte al mare lontano.

E qui la leggenda sul monolito dissotterrato tace. E tace anche la storia. Non parla o se parla balbetta. E genera equivoci.

Accetta per vera - o almeno verosimile - la tradizione del cavamonte ; accetta che il monolito sia stato portato fino alle nostre contrade dai monaci basiliani, ma altro -per carenza di fonti - non dice.

La critica storica non sa ancora - dopo un millennio - se il monolito sia stato portato qui dai monaci basiliani della prima immigrazione o da quelli della seconda. O se sia stato invece dipinto in loco da qualche anacoreta frescante del vicino Cenobio del Crocefisso o se sia stato il prodotto di qualche scuola pittorica fra le tante che fiorirono fra i monaci basiliani prima che questi si allontanassero dalle nostre terre per l'arrivo qui dei Normanni che favorivano e proteggevano altri riti, altri ordini monastici, altri interessi religiosi e civili.

 

LA    CHIESA

Anno 1400

Possiamo ragionevolmente ipotizzare intorno al 1400 l'inizio della nostra storia, il ritrovamento, cioè, del monolito e l'erezione dell'originario tempietto, Non prima, però, anche se -forse erroneamente-qualcuno riporta nel 1308 la spoliazione a favore di Capitoli lontani di tutti i beni della Chiesa. Ma quali beni?!?

 

Anno 1452

Viene quassù per la prima volta - storicamente accertata - in visita pastorale il vescovo di Nardo, il napoletano Mons. Ludovico De Pennis.

 

Anno 1508

Arrivano a Casarano i feudatari Filomarino che ricevono da Giovanna Tomacelli per incroci matrimoniali il feudo - anzi, i feudi : Casarano grande

e Casarano piccolo

 

Anno 1612

In una sua visita pastorale il 24 ottobre il Vescovo Mons.Luigi De Franchis trova la Chiesa molto trascurata e ordina che venga messo tutto a posto al più presto. Ma muore a soli 46 anni e sulla collina tutto resta precario.

 

Anno 1619

II successore di De Franchis è un altro De Franchis, fratello del precedente ma di questi molto più energico. Trovata sulla collina la situazione della Chiesa estremamente degradata autorizza l'Arciprete di Casarano a sequestrare le entrate della rendita per provvedere al da farsi.    In un anno vien fatto tutto. Sono occorsi 25 ducati.

 

Anno 1637

Estinta la casata dei Filomarino arrivano da Napoli i D'Aquino che saranno feudatari di Casarano per circa due secoli. Grandi devoti della Madonna della Campana cominciano subito a restaurare questa Chiesa nel 1639 come riferisce il Tasselli.

 

Anno 1656

II restauro, però, si rivela subito insufficiente e allora feudatario e popolo di Casarano decidono di abbattere la prima piccola Chiesa e ne costruiscono una più grande. Mons. Gerolamo De Coris il 27 ottobre 1657 trova sulla collina la Chiesa come la vediamo noi oggi: lunga 18 metri, larga 8, alta 13. Ne rimane sommamente soddisfatto notando soprattutto che l’immagine della Vergine è stata posta sull'altare, al centro, sommamente venerata non solo dai Casaranesi ma da tutta la provincia per non dire da tutto il regno a causa degli insigni benefici da Lei elargiti.

 

Anno 1679

Tale Fratello Onofrio affresca la parete posteriore dell'altare maggiore con " La Gloria del Paradiso". E chissà se non sono dello stesso Frescante le altre pareti della Chiesa fra i quattro altari laterali, affrescate secondo una tradizione che riconduce allo stile delle Chiese rupestri che abbondano nelle colline e nelle grotte circostanti, ultimo sprazzo - nel 600 - del mondo greco-bizantino che ormai qui declina.

 

Anno 1692

II feudatario Matteo d'Aquino junior con la moglie Giulia Basurto su sollecitazione dell'Arciprete don Giuseppe Antonio Calò, restaura l'altare maggiore già costruito con l’ampliamento della Chiesa nel 1656.

 

Anno 1694

Muore all’età di 72 anni Padre Luigi Tasselli del Convento dei Cappuccini di Casarano, importante centro di studi per religiosi e laici. Grande predicatore, il Tasselli è stato anche studioso della Terra Antica di Leuca. Qui lo ricordiamo come il primo storico di questa Chiesa, appassionato e devoto anche se caliginoso e incerto.

 

Anno 1723

Mons. Sanfelice viene sulla collina il 10 aprile, giovedì dopo Pasqua, giorno in cui si celebra la festa della Madonna della Campana. Compiacendosi per il grande concorso di popolo, di sacerdoti, di confraternite di Casarano e dei paesi vicini, decide di spostare la festa dal giovedì alla domenica il Albis per avere ancora più fedeli. Nello stesso giorno visita anche le due camere annesse alla Chiesa e che servono per l'eremita che sta quassù e per il suo asinelio. Si compiace di ogni cosa ma vieta alle donne l'ingresso nelle camere e nell'orto attiguo. Pena la scomunica.

 

Anno 1806

Con le leggi anticlericali di Gioacchino MURAT termina la serie dei sacerdoti cappellani di questa Chiesa. L'ultimo è stato lo zio del feudatario, l'Abate don Matteo d'Aquino morto il 5 ottobre 1791. Successivamente altri sacerdoti -senza benefici - si son presi carico del culto della Chiesa. Ricordiamo fra gli ultimi don Quintino Pispico, don Otello De Benedictis, don Giuseppe Marrella.

 

Anno 1873

Lo studioso leccese prof. Cosimo De Giorgi visita questa Chiesa e nei suoi testi si compiace delle pareti affrescate sullo stile bizantino.

 

Anno 1879

Visita la Chiesa un altro studioso salentino,il Marchese Giacomo Arditi; ne riferisce nei suoi libri.

 

Anno 1885

Torna sulla collina il De Giorgi e si rammarica perché trova le pareti interne della Chiesa bianche. Gliele avevano balordamente imbiancate il 13 aprile 1879.

 

Anno 1912

L'industriale Luigi Capozza si impegna con l'Amministrazione Comunale a costruire in una sua campagna alla periferia del paese una strada in direzione di Ruffano. Servirà alle sue industrie ma faciliterà anche il percorso dei Casaranesi verso la collina della Campana.

 

Anno 1969

Visita la Chiesa il professore e critico d'arte Giovanni Pulcini. Nota un bellissimo Crocefisso posto sull'altare della parete di destra. Ne ammira la bellezza e ne individua le origini: è in legno ed è di pura scuola veneziana del 500. Convince l'Arciprete don Cosimo Conte a farlo restaurare. Viene restaurato ma spicca il volo. Ora è venerato nella Cappella del Santissimo Sacramento in Chiesa Matrice.

 

Anno 1971

Muore il 2 dicembre a soli 49 anni l'Arciprete di Casarano don Cosimo Conte e con lui muoiono i sogni di rilancio di questa Chiesa che egli aveva concordato prima con il Cardinale Corrado Ursi e poi con il Vescovo Mennonna. Tali piani dovevano sfociare nell'erezione della Chiesa a dignità di Santuario Diocesano Mariano. Non erano e non sono maturi i tempi nei disegni di Dio.

 

Anno 1976

Padre Antonio Chetrj - dotto gesuita Casaranese - pubblica il suo magistrale e preciso lavoro sulla Chiesa della Madonna della Campana.

 

Anno 1987

Mons. Aldo Garzia nomina Rettore di questa Chiesa il sacerdote don GIAM­BATTISTA BORGIA che subito si da da fare per imprimere una svolta alla Vita Spirituale e materiale della Chiesa, che qui languiva.

 

Anno 1988

II Rettore si mette al lavoro e testimonia : "Qui manca tutto, non c'è assolutamente nulla tranne i muri della Chiesa, l'immagine della Vergine e gli altari, peraltro privi di tovaglie." Tutta Casarano - da lui stimolata - dimostra il suo secolare attaccamento alla Madonna della Campana facendo pervenire alla Chiesa calici, pissidi, paramenti sacri, banchi, sedie e ogni altra suppellettile necessaria allo svolgimento dei Sacri Riti nonché l'armonium per il coro, e l'elet­trificazione di una prima e poi di una seconda campana. Contemporaneamente viene chiesta ed ottenuta dall'Amministrazione Comunale l'illuminazione della facciata esterna della Chiesa.

 

Anno 1994

Utilizzando tutte le offerte dei fedeli, il Rettore restaura la statua della Vergine, pittura la Chiesa con calce bianca, dipinge le porte e ripara i vetri delle finestre.

 

Anno 1995

II nostro concittadino prof. Gino Pisanò dell'Università di Lecce, riesce prima a decrittare e poi a tradurre l'invocazione espressa da un ignoto epigrafista dei d'Aquino 300 anni fa e inserita in un cartiglio a corona dell'altare maggiore:

SI SALVERÀ' IN ETERNO COLUI PER IL QUALE

TU AVRAI PREGATO ANCHE UNA SOLA VOLTA, O MARIA!

 

Anno 2001

1° Gennaio. Finisce qui, nella prima festa mariana del III° Millennio, finisce qui la corona dei nostri appunti fra storia e leggende, fra pietre silenti e letarghi di secoli e richiami dell'anima. E viavai di vescovi, di feudatari, di romiti e di cappellani. E di folle devote di fedeli richiamate per secoli quassù dalla malia di una Vergine che sorride sullo sfondo di una leggenda che si stempera nella storia: un cavamonte, una fossa, una pietra fra le pietre. E una campana che adesso c'è.

AVE    MARIA!

 

 

Hanno scritto su questa Chiesa:

Padre Luigi Tasselli nel 1639

Don Felice Lezzi nel 1794

Prof. Cosimo De Giorgi nel 1873

Marchese G. Arditi nel 1885

Don Otello De Benedictis nel 1940

Mons. Raffaele Martina nel 1950

M=o Giuseppe De Pascalis nel 1973

Padre Antonio Chetrj nel 1976

Prof. Gino Pisanò nel 1995

Don Giovanni Borgia nel 1988

Arch. Gabriella Marrella nel 1990

Inoltre dal 1452 in poi quasi tutti i Vescovi di Nardo nei verbali delle loro Visite