Leggenda e storia sul Santuario della Madonna della Campana

 

 

 

Come raccontata, oltre quaranta anni fa, dal custode ( lu nfertu "N toni ta Campana") al Rev. Padre Antonio Chetry (1).

 

"Circa tre secoli addietro (1550), sulla collina c'era una masseria appartenente a un tal Marcello D'Elia. Un giorno, mentre si eseguivano i lavori campestri con i buoi, uno di questi si fermò e non ci fu verso a farlo avanzare. Poiché la bestia dava segni di voler smuovere il terreno con la zampa destra anteriore, un gruppo di contadini scavò in quel punto e, a cinque metri circa di profondità, apparve ai loro occhi una specie di sarcofago in pietra leccese e, quando questo fu aperto, vi trovarono un'immagine della Madonna. Questa fu chiusa in una rozza nicchia e collocata sul posto in modo da guardare il mare di Gallipoli e, per devozione, venne accesa davanti alla sacra effigie una lampada che ardeva ininterrottamente.

A questa si aggiunse un'altra leggenda.

Una sera molto burrascosa, una nave in balia dei venti furiosi era sballottata lontano, al largo, da violente altissime ondate. Il capitano aveva perduto l'orientamento. Il naufragio sembrava ormai inevitabile, la morte dell' equipaggio sicura. Quand' ecco si scorge in lontananza una luce. Se c'è luce, si pensò, c'è terraferma. Il capitano si rivolse allora a Maria, stella del mare, e fece voto che, se fosse stato tratto in salvo, Le avrebbe eretto un santuario. Dopo alterne vicende, raggiunta avventurosamente la spiaggia di Gallipoli, il comandante, da leale gentiluomo, mantenne la promessa. Si recò con dodici marinai al proprietario del suolo dove ardeva la lampada e chiese di volergli vendere un appezzamento adeguato per la costruzione di un tempio votivo. Il proprietario D'Elia, quando apprese la pia e generosa intenzione, cedette munificamente il terreno occorrente, quale devoto omaggio suo personale alla Vergine".

 

Fuori dalla  leggenda.

Attraverso i documenti dell' archivio della Curia vescovile di Nardò, che parlano della Madonna della Campana, si può risalire sino alla seconda metà del 1500. Un documento stilato dal pubblico notaio Galeazzo Leone di Ruffano, datato 7 maggio 1565, attesta che in detta data la chiesa di Santa Maria della Campana in Casarano già esisteva ed era una cappellania di ius patronatus del barone del tempo, feudatario di Casarano, don Giovanni Battista Filomarino seniore, di Napoli. Detta chiesa, secondo quanto asserito dal Vescovo di Nardò Mons. Luigi de Franchis in una sua visita pastorale, era piccola e non ben tenuta.Nel l656 si pose mano ai lavori di ricostruzione e di ampliamento della Chiesa, quale oggi si ammira (2).

Secondo il frate cappuccino casaranese Luigi Tasselli il santuario di Santa Maria della Campana in Casarano fu fondato dai Greci, o al più tardi dai Normanni, e già sicuramente esisteva agli inizi del '300, nel cui periodo la chiesa e le sue "doviziose rendite" erano assegnate alla dignità della Succantoria della Basilica di S. Nicola di Bari ( 3 ).

( l) Padre A. Chetry, Spigolature Casaranesi, Quaderno IIL La Madonna del/a Campana, Lecce 1976, pp. 23-24.

( 2) Padre A. Chetry, Spigolature Casaranesi, Quaderno IlL La Madonna della Campana, Lecce 1976, p. 27.

( 3) Padre A. Chetry, Spigolature Casaranesi, Quaderno IIL La Madonna della Campana, Lecce 1976, pp. 17-18-19-20-21.