Biografia (fonte
WILKIPEDIA)
Prima di essere doge, era stato ambasciatore a Ferrara, elettore del doge precedente e bailo
(ambasciatore) a Costantinopoli, dove gli era stato attribuito dall'imperatore anche il titolo di
protosevasto. Aveva commerciato tra Venezia, Costantinopoli ed Alessandria d'Egitto. Suo figlio
Fantino sarebbe stato il secondo patriarca latino di Costantinopoli e sua nipote Dandola avrebbe
sposato il re di Serbia. La sua discendenza avrebbe contato altri tre dogi: Giovanni Dandolo,
Francesco Dandolo e Andrea Dandolo.
dogado (primo periodo: 1192-1202)
Giunse al dogato in tarda età (ad oltre ottant'anni) e, secondo alcune cronache, durante il suo
regno avrebbe perso la vista, restando cieco e comandando lo stato con pugno di ferro e saggezza
nonostante questa grave menomazione.
La sua elezione, il 21 giugno 1192, giunse probabilmente per un accordo tra fazione avversarie, che,
desiderando tutte il potere, preferirono proporre un vecchio che,all'apparenza,sarebbe morto entro
breve. Da doge, riuscì a concludere accordi con Verona, Treviso, con il patriarca d'Aquileia, con il
re d'Armenia e con gl'imperatori d'oriente e d'occidente; vinse una guerra contro Pisa, che
appoggiava la ribellione delle popolazioni della Dalmazia.
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Il dogato (secondo periodo: 1202 - 1205) - La IV crociata
Attorno al 1201 - 1202 le condizioni di ostilità che avevano caratterizzato l'Adriatico nel decennio
precedente,s'erano ormai placate ed il dogato del Dandolo si prospettava ormai in discesa. Eppure
nuovi eventi erano giunti a maturazione ed avrebbero coinvolto direttamente Venezia ed il suo
anziano doge.
Nel 1198 fu eletto papa Innocenzo III; questi bandì una crociata, la quarta, che avrebbe dovuto
partire via mare da Venezia nel 1201. Quando però le truppe crociate giunsero in laguna, la somma
convenuta per pagare la flotta non c'era.
Dandolo, astuto politico, decise di farsi pagare rinuciando al denaro pattuito e chiedendo invece i
"servigi" guerreschi dei soldati crociati.
I crociati accettarono e la flotta partì,sotto il comando di Enrico Dandolo. Il pagamento convenuto
fu la presa di Trieste, Muggia e la riconquista di Zara a beneficio di Venezia.
Durante il periodo dell'assedio giunse a Zara il deposto principe di Costantinopoli Alessio IV che
promise al gruppo,se l'avessero aiutato a riconquistare il potere,denaro e terre. La spedizione
cambiò rapidamente "motivazione",trasformandosi così da crociata religiosa a mera invasione di
mercenari al soldo d'una fazione.
Nel 1203 quindi la flotta si diresse a Costantinopoli, con lo scopo ufficiale di reinsediare sul
trono l'imperatore spodestato Alessio IV. Il papa,insoddisfatto della nuova piega che aveva assunto
la situazione,lanciò la scomunica su Venezia, ma era troppo tardi; la città fu presa (17 luglio
1203) e,dopo alcuni convulsi mesi di lotte interne e tradimenti,tutti i precedenti pretendenti
imperatori bizantini che lottavano tra di loro furono dichiarati decaduti e l'impero d'oriente fu
spartito tra i crociati: a Venezia spettarono un quarto e mezzo (i tre ottavi) dei territori
dell'impero d'oriente, tra cui Creta e molte altre isole del mar Egeo; a Baldovino di
Fiandra,importante feudatario francese,spettò invece la corona di imperatore. Durante i primi
burrascosi mesi dalla conquista della città,il Dandolo,pur ormai vecchissimo e debilitato dal lungo
viaggio via mare,riuscì ad ottenere ampi vantaggi per Venezia,stando sempre attento a non farla
coinvolgere troppo nella situazione politica interna dell'ormai decadente impero bizantino. Enrico
Dandolo non tornò più a Venezia: rimase a Costantinopoli a combattere i bulgari, morì il 1° giugno
1205 e fu sepolto nella basilica di Santa Sofia.
Curiosità
Il cronista francese Villehardouin, aggregato al seguito della spedizione,rimase talmente
impressionato dalle gesta di quest'uomo, quasi centenario, da ritrarlo nelle sue memorie come "un
vecchio gigante che ha ancora la forza di galoppare, per affrontare con la sua abituale fierezza,
anche l'ultimo nemico:la morte"
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